STEP #02 - Le cose
1.Il Bolognino
Il bolognino d'argento era l'antica moneta di Guardiagrele coniata dal 1391 nella zecca comunale con sede a Palazzo Marini, esistente ancora oggi.
Sulla faccia della moneta era raffigurato il volto di S. Leone papa, molto venerato da Napoleone II Orsini, signore di Guardiagrele; mentre sul recto era riportata la scritta "Ladislaus R (rex)", in onore del re di Napoli Ladislao di Durazzo, infatti il paese fu sotto il dominio del regno di Napoli fino all'unità d'Italia.
A partire dal 1380, si stabilì che il valore di trenta bolognini equivaleva a un ducato, detto anche bolognino d'oro.
2. Le sise delle monache
Il dolce tipico di Guardiagrele sono le “sise delle monache”, chiamate anche “tre Monti”, che rappresentano uno dei simboli più importanti della città che la rendono famosa in tutta la regione.
Il primo nome deriva del comportamento delle suore di un tempo che erano solite mettere in mezzo al petto una protuberanza, in maniera da nascondere le forme dei seni; il secondo, invece, fa riferimento al Gran Sasso, alla Majella e al Sirente Velino che rappresentano le cime più elevate dell'Appennino abruzzese.
Il dolce è molto semplice, ma il suo gusto è unico. Consiste di due strati di pan di spagna, farciti con crema pasticcera. Il dolce, in accordo col nome, presenza tre protuberanze cosparse di zucchero a velo.
La ricetta è assolutamente segreta e viene tramandata di generazione in generazione all’interno della famiglia Palmerio che ne è stata l’ideatrice. In città è possibile acquistare le sise delle monache in due diverse pasticcerie, entrambe situate nel centro storico.
Il bolognino d'argento era l'antica moneta di Guardiagrele coniata dal 1391 nella zecca comunale con sede a Palazzo Marini, esistente ancora oggi.
Fronte e recto del Bolognino |
A partire dal 1380, si stabilì che il valore di trenta bolognini equivaleva a un ducato, detto anche bolognino d'oro.
2. Le sise delle monache
Il dolce tipico di Guardiagrele sono le “sise delle monache”, chiamate anche “tre Monti”, che rappresentano uno dei simboli più importanti della città che la rendono famosa in tutta la regione.
Il primo nome deriva del comportamento delle suore di un tempo che erano solite mettere in mezzo al petto una protuberanza, in maniera da nascondere le forme dei seni; il secondo, invece, fa riferimento al Gran Sasso, alla Majella e al Sirente Velino che rappresentano le cime più elevate dell'Appennino abruzzese.
Il dolce è molto semplice, ma il suo gusto è unico. Consiste di due strati di pan di spagna, farciti con crema pasticcera. Il dolce, in accordo col nome, presenza tre protuberanze cosparse di zucchero a velo.
La ricetta è assolutamente segreta e viene tramandata di generazione in generazione all’interno della famiglia Palmerio che ne è stata l’ideatrice. In città è possibile acquistare le sise delle monache in due diverse pasticcerie, entrambe situate nel centro storico.
3. La Presentosa
Guardiagrele, insieme ad Agnone, vanta la più antica produzione de “La Presentosa”, risalente al 1805.
La Presentosa è un gioiello tipico abruzzese, composto da un telaio forma di astro che racchiude simboli amorosi, interamente decorato in filigrana (anche se oggi sono diffusi anche modelli in altri metalli).
Il gioiello ha solitamente forma solare o stellare e al centro, a seconda delle tradizioni, contiene motivi decorativi. Nel caso di quella guardiese, al centro troviamo due cuori uniti da un crescente lunare.
4. Porta candela in ferro battuto
Questo porta candela è solo uno degli innumerevoli oggetti prodotti tramite l'arte del ferro battuto, largamente diffusa nella tradizione guardiese. Non a caso, in prossimità di un antico ingresso della città (Porta San Giovanni), vi sono numerose botteghe in cui vengono realizzati e venduti prodotti in ferro battuto, dai più piccoli come candele e statuette, fino ad arrivare a imponenti strutture come ringhiere, cancelli e testiere.
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